Una dedica ad un grande uomo e amico da "Il giardino dei Ciliegi" di A. Cechov

VARJA 

Petja, parlateci piuttosto dei pianeti. 

 

LJUBOV' ANDREEVNA 

No, riprendiamo il discorso di ieri. 

 

TROFIMOV 

E di che cosa si parlava? 

 

GAEV 

Dell'uomo orgoglioso. 

 

TROFIMOV 

Ne abbiamo discusso a lungo, ieri, ma non abbiamo concluso niente. Nell'uomo orgoglioso, secondo voi, ci sarebbe 

qualcosa di mistico. Potreste anche avere ragione, dal vostro punto di vista, ma se guardiamo alla cosa con semplicità, 

senza troppi slanci, allora di che orgoglio possiamo parlare, che senso ha questo orgoglio se l'uomo fisiologicamente è 

mal costruito, se nella sua grandissima maggioranza è rozzo, ignorante, profondamente infelice. Dobbiamo smettere di 

esaltarci e metterci a lavorare. 

 

GAEV 

Intanto si muore comunque. 

 

TROFIMOV 

Chissà? E che significa "si muore"? L'uomo potrebbe avere cento sensi, e la morte annullare solo i cinque che noi 

conosciamo, mentre gli altri novantacinque potrebbero restare in vita. 

 

LJUBOV' ANDREEVNA 

Come siete intelligente, Petja!... 

 

LOPACHIN (ironicamente) 

Mostruosamente! 

 

TROFIMOV

L'umanità si evolve, perfeziona le proprie risorse. Ciò che oggi sembra irraggiungibile, un giorno sarà accessibile, 

chiaro, bisogna solamente lavorare, aiutare con tutte le proprie forze quelli che cercano la verità. Da noi, in Russia, per 

il momento sono in pochi a lavorare. La stragrande maggioranza di quell'intelligencija che dico io, non cerca un bel 

niente, non fa niente e di lavorare, oggi come oggi, non è capace. Si definiscono intelligenty, danno del tu alla servitù, i 

contadini li trattano come bestie. Studiano male, non sanno leggere sul serio, non muovono un dito, di scienza sanno 

solo blaterare, d'arte non capiscono un accidente. Sono tutti seri, hanno tutti visi compunti, non parlano che di problemi 

fondamentali, di filosofia, e intanto, sotto gli occhi di tutti, gli operai fanno la fame, dormono senza cuscini, fino a 

trenta, quaranta in una stessa stanza, e pulci dappertutto, puzza, umidità, depravazione... È chiaro che tutti i nostri bei 

discorsi servono solo a gettare fumo negli occhi a noi stessi e agli altri. Fatemeli vedere i nostri giardini d'infanzia, di 

cui tanto si parla, le sale di lettura. Nei romanzi, forse, esistono, in realtà neanche uno. Non c'è che sporcizia, volgarità, 

fatalismo... Ho paura e non sopporto le facce troppo serie, mi fanno paura i discorsi seri. Faremmo meglio a star zitti! 

 

LOPACHIN 

Sapete una cosa, io mi alzo alle cinque tutte le mattine, lavoro da mattina a sera, maneggio soldi miei e di altri, e vedo 

bene che razza di gente ho intorno. Basta cominciare ad occuparsi di una qualunque cosa per capire quanti pochi 

galantuomini ci siano in giro, gente di cui ci si possa fidare. Talvolta, quando non riesco a prender sonno, penso: Dio, ci 

hai dato boschi immensi, campi sterminati, orizzonti sconfinati e, vivendo su questa terra, anche noi dovremmo essere 

dei giganti... 

 

LJUBOV' ANDREEVNA 

Anche i giganti andate a pescare... Sono buoni solo nelle favole, qui farebbero soltanto paura. 

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